Riassunto del libro "Il rischio della certezza. Pregiudizio, potere, cultura". Il riassunto analizza i diversi tipi di pregiudizio dal punto di vista antropologico. In particolare si evidenziano le principali teorie sull'origine, la natura e lo storia del pregiudizio in diverse culture, soffermandosi sul pregiudizio razziale, sociale e sessuale.
Antropologia sociale e culturale
di Giulia Dakli
Riassunto del libro "Il rischio della certezza. Pregiudizio, potere, cultura". Il
riassunto analizza i diversi tipi di pregiudizio dal punto di vista antropologico. In
particolare si evidenziano le principali teorie sull'origine, la natura e lo storia del
pregiudizio in diverse culture, soffermandosi sul pregiudizio razziale, sociale e
sessuale.
Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
Facoltà: Scienze Politiche
Corso: Scienze Politiche
Titolo del libro: Il rischio della certezza. Pregiudizio, potere,
cultura
Autore del libro: Tullio Tentori
Editore: Stadium
Anno pubblicazione: 19901. Esempi di pregiudizio in antropologia
La certezza crea fiducia, ma anche irrigidimento (senso comune). Può farci illudere sulla realtà perché
distrae da un suo esame disincantato.
Il centrismo è l'affermazione esclusiva dei nostri interessi.
Esempi di pregiudizi sono i modelli centrici o l'assolutizzazione e naturalizzazione dei propri valori.
Cercare di conoscere i nostri pregiudizi è una sfida alle nostre sicurezze, contro cui agiscono assopimento e
repressione della ragione. Significa "togliersi la corazza ideologica": ci vuole coraggio e apertura.
La metodologia del dubbio è ostacolata dal trionfalismo culturale, che tocca anche antropologi e sociologi.
Alcuni autori importanti sono autori "centrici", le cui idee si basano sul concetto di progresso (ansia di
futuro e orgoglio del presente):
- Darwin e la teoria dell'evoluzione umana (evoluzionismo sociale)
- Lewis Morgan (1800) suddivide lo sviluppo dell'umanità in 9 periodi (stadio selvaggio – antico, medio,
recente – stadio barbaro –antico, medio, recente – stadio civile – antico, medio, recente)
- Schmidt (prima metà ‘900) non era un evoluzionista, ma al contrario uno storico culturale.
Il trionfalismo culturale è espressione di un bisogno di cultura.
Cultura: le concezioni della realtà, le sensibilità che assorbiamo o che ci vengono imposte nell'interazione
sociale.
La complessità degli aggregati sociali fa si che ci siano anche sottoculture o opposizioni: pluralità di modelli
interconnessi, in ogni gruppo.
Stabilità dei modelli: trasmissione personale dei modelli (con processi interculturativi + controllo sociale)
Progresso: prodotto da fattori sia endogeni che esogeni.
Trasformazione culturale: in occidente, nelle varie forme culturali, si è sviluppato un humus di produzione
dei pregiudizi.
Modelli culturali di orientamento all'azione: divisioni anche interne alle stesse società (chiusure)
Cultura: elemento indispensabile e bisogno di situarsi intellettualmente nella realtà a complemento di
bisogni materiali.
La cultura dà la certezza che operare in un certo modo sia normale: giustificazione o razionalizzazione dei
nostri interessi.
Ci sono livelli cumulativi nelle culture (conoscenze che si perfezionano con il tempo in ogni sapere) e i
contenuti non sono condivisi in egual misura dai membri. La cultura è patrimonio di un gruppo, ma anche di
fatto "patrimonio psichico esperienziale individuale".
La cultura è un bisogno. La cultura stabilisce il collegamento tra me e gli altri, individuando che c'è qualcosa
in comune per cui posso comunicare. Mi libera dal buio che ci sarebbe intorno a me se non sapessi che ci
sono persone che intendono i miei segnali e di cui io intendo i loro. Questo però genera anche stati di ansia e
frustrazione perché non comprendo tutti, ne sono compreso da tutti. Ma mi dà delle sicurezze che mi fanno
raggiungere uno stato di tranquillità: ho un sistema di interpretazione: ogni sistema diverso dal mio, lo
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Antropologia sociale e culturale manda però in pezzi, perciò ne sono in qualche modo geloso. Ma guai a chi si abbandona completamente
alla cultura, perché in questo modo, senza che ce ne rendiamo conto diventa nostra padrona, addormenta la
nostra libertà, ci estranea dalla ragione e dalla responsabilità, facendoci rinunciare alla nostra autonomia.
Dunque la cultura è anche un rischio.
I modelli culturali che assorbiamo tramite l'interazione con i nostri simili costituiscono un grande sostegno e
risparmio per il nostro lavoro intellettivo. Ciò è comodo e legittimo, a patto però di ricordarci che la
memoria culturale che utilizziamo è prodotto di un dato momento storico: di conseguenza il suo contenuto,
elaborato peraltro da soggetti concreti storici fallibili come tutti gli uomini, deve essere sempre messo in
discussione.
È opportuno distinguere tra:
- errori di conoscenza per assenza o inadeguatezza di mezzi conoscitivi
- errori di conoscenza per non corretto impiego degli strumenti conoscitivi di cui si dispone
- stravolgimento consapevole della realtà per propri fini
- stravolgimento inconsapevole della verità per assenza di vigilanza critica o per la soddisfazione di interessi
particolari individuali o di gruppo.
È pregiudizio ad esempio distinguere tra popoli civili e incivili perché, se per civiltà intendiamo l'insieme
dei mezzi attraverso i quali un gruppo affronta i problemi dell'esistenza, nessun popolo allora è privo di
civiltà, in quanto in mancanza di essa non avrebbe la possibilità di sopravvivere.
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Antropologia sociale e culturale 2. L'origine del pregiudizio dal punto di vista antropologico
Ridurre il pregiudizio ad un atteggiamento di trionfalismo culturale sarebbe riduttivo, infatti, vanno
considerate anche motivazioni che si connettono al sostegno o alla difesa di interessi personali e di gruppo.
Affidarci alla nostra cultura ci esime da tutta una serie di scelte e semplifica la nostra visione del mondo
riducendola ad un dualismo consueto/diverso, o noi/altri, in cui noi siamo quelli che seguono la retta via
mentre gli altri sono devianti, cattivi, pervertiti. Tutto ciò deriva però solo in parte dall'ancestrale timore per
l'ignoto insito nella natura umana: l'origine del pregiudizio spesso è l'interesse alla conservazione di
privilegi.
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Antropologia sociale e culturale 3. Teorie sull'origine e la natura del pregiudizio
- Cox: da risalto quasi esclusivamente a fattori utilitari e materiali nella costruzione del pregiudizio.
Definisce il razzismo come un atteggiamento sociale propagandato nella società da una classe dominante
allo scopo di indicare come inferiori i gruppi dominati e giustificare il loro sfruttamento e porta come
esempio il fatto che il periodo di massimo sviluppo dei pregiudizi razziali coincide con la massima
espansione imperialistica europea, nel XIX sec.
- Rose: (sociologo) ha compiuto una serie di studi sul pregiudizio a NY negli anni '40-'50. Sostiene che nelle
città moderne la gente desidera stabilire rapporti amichevoli ma ciò viene ostacolato dal sistema del lavoro
industriale. Il cittadino, svuotato da una sensazione di disagio, proietta tutte le qualità spregevoli su alcune
componenti sociali e gruppi umani che funzionano da capro espiatorio.
- Teorie sull'orientamento psicodinamico: pongono l'accento sulla frustrazione derivante dagli ostacoli che
impediscono agli individui di raggiungere i propri obiettivi. Altri psicologi e studiosi sostengono che vi sono
determinati tipi di personalità tendono a sviluppare più facilmente di altri atteggiamenti pregiudiziali.
- Allport: (psicologo) considera il pregiudizio come il prodotto della struttura sociale e come prodotto della
struttura della personalità. Situazioni che facilitano il formarsi del pregiudizio:
- quando la struttura sociale è eterogenea
- quando nella società è in atto un processo di mobilità che consente l'ascesa sociale
- nelle società in cui è in atto un rapido cambiamento socio-culturale
- quando prevale l'ignoranza e le comunicazioni sono limitate
- quando le dimensioni di un gruppo di minoranza sono ampie o in aumento
- laddove è in atto una competizione diretta o un conflitto tra due gruppi
- quando lo sfruttamento di una minoranza va a vantaggio della comunità
- quando la cultura non scoraggia l'aggressività, la violenza e il fanatismo
- dove la cultura approva ed esalta l'etnocentrismo
- dove l'assimilazione culturale non viene favorita.
Nell'analisi dell'origine del sentimento pregiudiziale non bisogna trascurare nessun fattore: economico,
psicologico, culturale, sociale, ecc. L'intolleranza può produrre pregiudizio ma il pregiudizio provoca
sempre intolleranza. Il termine "tolleranza" è di per sé pregiudiziale. È importante anche non ridurre tutto a
una questione di ignoranza perché può diventare un capro espiatorio. Il pregiudizio è il prodotto di una
perversa affermazione dei propri interessi e dimenticarlo significherebbe cadere nel pregiudizio sul
pregiudizio.
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Antropologia sociale e culturale 4. Concetto di identità in antropologia
Identificazione, diversità, divisione: la radice del pregiudizio è l'opposizione io/altri, che implica la
rimozione della conoscenza e del riconoscimento degli interessi degli altri, rimozione che implica
un'inferiorizzazione delle altrui qualità ed esigenze. Ne risulta una conoscenza alterata di me e degli altri,
conoscenza influenzata dai rapporti di identificazione ed appartenenza che si verificano all'interno della
comunità residenziale, della famiglia, dei gruppi di sostegno culturale e religioso, ecc. Attraverso questi
organismi, i membri organizzano le risposte ai loro bisogni e alle loro aspirazioni. All'interno di ogni gruppo
esistono divisioni che producono ulteriori sensi di appartenenza. L'appartenenza all'umanità viene vissuta in
modo centrico o frazionato dai diversi tipi di gruppi umani:
quelli che fondano la loro esistenza su una tecnologia semplice e povera – primitivi: l'identità si forma in
gruppi numericamente ridotti e minimamente articolati. La formazione dell'identità è fondata sul rapporto tra
persone e in alcuni casi anche con la natura. Presso molte popolazioni primitive esiste un sentimento di
parentela e solidarietà tra i membri di un clan e una specie animale.
quelli intermedi: la struttura sociale è più articolata, le classi (rare tra le popolazioni primitive) diventano un
fenomeno generalizzato e a creare differenziazioni contribuiscono anche le istituzioni ideologiche e religiose
quelli tecnologicamente avanzati: differenziazione elevata perché tutto è articolatissimo.
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Antropologia sociale e culturale 5. Lo straniero come minaccia culturale e materiale
Lo straniero come minaccia culturale e materiale: la paura per lo straniero non è connessa solo a possibili
violenze materiali, rapine, vendette, aggressioni, ecc., ma spesso vi sottendono motivazioni prettamente
culturali. L'identità culturale nella sua dimensione di fedeltà e di attaccamento è messa in crisi non solo dalla
simpatia per l'estraneo, ma dallo stesso entrare in contatto con lui. Per questo alcuni popoli, quando si
trovano in necessità di scambiare beni lo fanno senza avere rapporti diretti (Pigmei delle foreste fanno il
"mercato muto").
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Antropologia sociale e culturale 6. Il cibo come simbolo di convivialità e communio
Il cibo – convivialità e communio: in alcune culture vi è il tabù del mangiare con gli stranieri. Anche per noi
consumare un pasto in compagnia è simbolo di affinità – chiamare un estraneo a prender parte alla nostra
mensa significa dargli fiducia. La mensa può anche essere utilizzata al fine di facilitare un patto o al
contrario, per rimarcare la disparità dei livelli sociali.
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Antropologia sociale e culturale